Cala il sipario sulla Tirreno-Adriatico, ma il finale ancora una volta lascia il pubblico a bocca aperta
Tappa 7
Dieci chilometri, uno spazio da percorrere tutto d’un fiato senza neanche il tempo di dosare le forze di pianificare lo sforzo con l’unico pensiero di lottare contro il cronometro. Una gara che si corre con la testa più che con le gambe. La capacità di mantenere uno sforzo costante protratto per un tempo che a prescindere dalla distanza sembrerà sempre lunghissimo o brevissimo. Non si ha spazio per esitazioni o errori, tutte le curve vanno disegnate meticolosamente, perché nel ciclismo odierno anche un metro perso o un secondo lasciato in strada separa la buona prestazione dalla gloria della vittoria.
Un compito per cui il nostro Ganna è perfettamente programmato. Gli basta inserire il pilota automatico per navigare a quasi 60 km/h. Oggi, però, qualcosa non è andato come previsto, il campione piemontese ha sì fatto la sua straordinaria prestazione, ma ha trovato qualcuno, come ha onestamente ammesso, più forte di lui. Dapprima è stato il campione svizzero Kung, che ha stupito sia per la sua straordinaria performance che per il suo perfetto italiano. Chiude con 4’’ di vantaggio che oltre a garantirgli il primo posto momentaneo segnano soprattutto la fine di un’egemonia.
La sconfitta di Ganna…inattesa
Il nostro Filippo cede per la prima volta dopo aver dominato tutte le cronometro a cui ha preso parte. Le gambe pesanti per lo sforzo a sostegno dei suoi capitani, un vento contrario e l’assenza della miglior condizione tutti fattori che hanno influito sulla sua prestazione. Tranquillo Filippo, siamo sicuri che da questa sconfitta presto tornerai più forte di prima. Tutto fatto, tutto detto…macché. Lo spettacolo deve ancora venire. Quando dalla pedana scende Van Aert tutti sappiamo che possiamo aspettarci una grande prestazione.
Grandi sì ma straordinaria è altro. Il grande corridore è chi con forza e abnegazione raggiunge livelli straordinari. Il campione è chi oltre al lavoro aggiunge il talento. La naturale e sublime inclinazione nel riuscire a eseguire gesti e imprese che sembrano impossibili ai più ma che al campione riescono come gesto semplice e puro. Van Aert è un campione e fin qui poco da commentare, ma ciò che stupisce è il fatto che lui sia un campione in ogni tipo di competizione, dalle volate, alle grandi classiche, dalle crono e tra un po’ non abbiamo dubbi anche nei Grand Tour. Per il momento il ruolo di campionissimo dei grandi giri se lo prende Pogacar. Anche lui stupisce nella crono di oggi, chiudendo a pochi secondi da Ganna e vincendo in modo trionfale la sua prima Tirreno Adriatico.
La sua condizione formato Tour quasi non stupisce, prende tutto in questa gara, dalla maglia bianca a quella verde fino a sollevare il tritone in uno splendido podio finale. Una gara che si conclude dopo una settimana che ha regalato il meglio del ciclismo moderno. Due vittorie per Van Aert (una a cronometro), due per Van der Poel (in volata e dopo 60 km di fuga), una vittoria del campione del Mondo Alaphilippe, una vittoria di una fuga di oltre 100 km e il successo più bello del vincitore finale, Pogacar, sulle pendici del Gran Sasso.
Abbiamo avuto, se davvero occorreva, conferma che la nuova generazione di campioni è pronta a far manbassa di tutto ciò che sarà questa stagione. Le regole e gli equilibri sono cambiati. I confini tra i tipi di corridori si sono sfumati e ora tutti sembrano poter competere in tutte le discipline. Siamo sicuri che il meglio deve ancora venire, e la gara più avvincente è quella a cui non abbiamo ancora assistito.
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