Generazione di Fenomeni, spettacolo in E3 e al Giro di Catalogna

Generazione di fenomeniiiiiiiiii tutti loro…

La canzone degli Stadio è le prima che ci viene in mente stamattina al risveglio, quando guardando a ciò cui abbiamo assistito ieri ci rendiamo conto che no, non si è trattato solo di un sogno ma che è successo veramente. Due corse, arrivo quasi in simultanea, in Belgio e in Spagna e la possibilità di assistere in entrambi i casi a 2 corse dall’alto altissimo tasso tecnico e piene di spettacolo. Quasi un dono da parte di un ciclismo completamente ripulito da tutto ciò che ne aveva rovinato la purezza e che restituisce a noi appassionati valori come il sacrificio, la forza, la rivalità e la gioia alla fine.

E3 Harelbeke

Il piccolo Fiandre ieri ha deciso che è arrivato il momento di far vedere agli altri quanto fascino ci sia anche nella corsa tradizionalmente che anticipa di una settimana il Giro delle Fiandre, e regalare al pubblico in strada, come sempre spettacolare, e a quello a casa un arrivo come avremmo potuto immaginare sono nei nostri sogni più belli. Gli ingredienti c’erano tutti. Una splendida giornata in Belgio, un percorso che in 200 km ripercorre le strade, le pietre e i muri più belli della terra fiamminga e il resto lo hanno messo loro, proprio la generazione di fenomeni in grado di stravolgere il copione di una corsa e di lasciar correre la propria fantasia e il proprio estro.

Allora via tatticismi, strategie, attendismi e a 80 km una corsa che esplode stravolgendo ogni attesa. Il primo dei fenomeni è sempre lui Van Der Poel (Alpecin) il neo vincitore della Sanremo attacca subito con la sua fame e la sua cattiveria, con la sua incoscienza che lo porta a rischiare tante volte di perdere ma anche di vincere, anzi stravincere. Alle sue spalle il piccolo Principe che nella realtà cui siamo abituati non ci aspetteremo certo a lottare tra il fango e le pietre del Belgio intento a prepararsi per il Tour o altre imprese. Invece Pogacar (UAE) ha l’istinto del cannibale e la consapevolezza o l’incoscienza di poter correre e vincere ovunque e contro chiunque, non con arroganza ma con il desiderio e la voglia di un bambino cui è stato regalato uno splendido giocattolo e non ha nessuna voglia di fermarsi. In ultimo Van Aert (Jumbo), puro talento, pura forza, puro agonismo in grado di vincere classiche, tappe dure durissime in salita, o a confrontarsi con gli sprinter più veloci al mondo.

Vedere loro tre fronteggiarsi, attaccarsi, sfidarsi e alla fine giocarsi la vittoria dopo 30 km di puro spettacolo è stato, permettete, godimento puro. Un Natale in anticipo, un regalo inatteso e per questo ancora più bello. Sull’albo d’oro resterà il nome di Van Aert, il migliore a sfruttare la situazione e in una perfetta nemesi riprendersi una piccola vittoria contro l’eterno rivale VDP. Per noi però hanno vinto tutti e 3, ha vinto il ciclismo, quello vero e puro in grado di uscire dalla rigidità di schemi e regole e capace di parlare con le emozioni direttamente al nostro cuore.

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Giro di Catalogna

4 tappa in terra di Spagna in un’atmosfera quasi surreale l’arrivo a Tortosa ci regala un nuovo immaginifico capitolo di questa straordinaria sfida tra Evenepoel (Quickstep) e Roglic (Jumbo) che prelude a ciò cui speriamo di assistere tra poco più di un mese al Giro d’Italia.

La sfida tra i 2 si sviluppa sull’ascesa finale della tappa in una costante rincorsa e in un teso gioco di nervi.

Da una parte Remco il prodigio belga, rubato al calcio per salire in sella alla bici, è stato in grado in poco più di 2 anni dal terribile incidente patito al Lombardia di intraprendere uno splendido viaggio nel mondo del ciclismo che lo ha portato a cadere ancora prima di provare il gusto della vittoria con la Vuelta, la Liegi e il Campionato del Mondo. La sua fame però non si è placata, anzi è aumentata e progressivamente ha esteso i suoi orizzonti portandolo a voler osare ancora e sempre di più.

Quasi in un gioco di storie parallele dall’altra parte c’è Roglic, lo sloveno che inizia ad andare in bici dopo un terribile infortunio patito nel suo sport il salto con gli sci e che scopre quasi per caso di avere un talento naturale per le 2 ruote. Anche le cadute dello sloveno spesso fanno più rumore delle sue vittorie, su tutte la sconfitta al Tour del 2021. Proprio da queste delusioni però Primoz ha sempre trovato la forza di reagire, rialzarsi e vincere come le 3 Vuelta e recentemente la Tirreno.

Finalmente le loro strade si sono incrociate in Spagna in questo giro di Catalogna, stavolta a Tortosa vince Roglic che fa valere ancora il suo spunto veloce sulla progressione feroce di Evenepoel in un altro finale al cardiopalma. Sembra che per un ironico disegno della sorte Evenepoel debba raccogliere dopo un anno ciò che proprio il corridore sloveno ha già vinto. La sfida però tra i 2 si rinnoverà nuovamente al Giro e allora vedremo chi di loro avrà più forza e più voglia di vincere o stravincere.

Vincenzo Davide Catania

Vincenzo Davide Catania ha 35 anni e vive tra i ridenti colli di Bologna dove lavora come Chirurgo Pediatra presso l’Ospedale Sant’Orsola. Sposato con una donna meravigliosa che gli ha regalato 2 piccoli angeli, Giulia ed Emanuela. La passione per il ciclismo riemerge nei ricordi adolescenziali delle epiche imprese del Pirata, delle roboanti vittorie di Cipollini e Petacchi e delle imprese, nelle fredde terre del Nord, di Bartoli. Passista per natura e vocazione, nel poco tempo libero, spesso rubato al sonno alle prime luci dell’alba, coltiva la propria passione per la bici in una sfida costante con se stesso nella scoperta di nuovi e stimolanti percorsi che lo riportino ad un contatto puro con la natura delle montagne e del bosco.

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