Giro d’Italia 2022: prima tappa e prima rosa secondo pronostico a Van der Poel

Attorniati da una rosea cornice di pubblico, in mezzo ai monumenti della splendida Budapest, ha preso finalmente il via il Giro 2022. Cornice di pubblico sensazionale, segno che l’evento è strato preparato davvero bene dall’organizzazione, degna di una partenza dall’Italia. La conferma che le partenze dall’estero sono sempre un bel successo.

Pronti via e gli uomini della ex Androni-Giocattoli, oggi Drone – Hopper, Tagliani e Bais, vanno subito in fuga.

Arriveranno ad un vantaggio massimo di circa dieci minuti, prima di essere riassorbiti in vista degli ultimi scoppiettanti chilometri. Nel frattempo però, i due italiani, passano per primi sotto gli striscioni dei due traguardi volanti di giornata. Nel primo, che assegna punti per la maglia ciclamino, bella prestazione del nostro Nizzolo ed impegno massimo anche per Cavendish e Demare, segno che chi punta alla classifica a punti, inizia presto a  fare i suoi conti.

Il paesaggio è molto attraente, in mezzo e verdi pianure, castelli e tenute ed una cornice di pubblico di rosa vestito nei vari paesi. L’avventura dei due uomini di Gianni Savio, dura per parecchie decine di chilometri, in un gruppo in cui gli unici eventi degni di nota sono le sistemazioni meccaniche alla sella di Thomas De Gedt e una caduta priva di conseguenza.

La a vera corsa parte però ad una cinquantina di chilometri dal traguardo, quando gli uomini della Alpecin di Van der Poel fanno per la prima volta capolino nella testa del gruppo, segno che il favorito di giornata, Mathieu Van der poel, vuole provare a lasciare subito il segno.

Il vantaggio dei due fuggitivi crolla definitivamente – sotto la spinta della Aplecin e della Intermarché Wanty Gobert, per VDP e per Girmay. L’ansa dello splendido Danubio, segnala il castello di Visegrad, che domina dall’lato la pianura, ove è collocato l’ambito traguardo di giornata.

Gli ultimi cinque chilometri sono da apnea

Una caduta che coinvolge il belga Harm Vanhouke ella Lotto anticipa lo spettacolo della salita finale, dove le redini sono inizialmente prese in man o dalla Alpecin, prima che Lawrence Naesen della  ag2R tenti una sparata solitaria, rilevato però dopo una chilometro circa dalla nuova fuoriuscita dal gruppo del tedesco Kamna. Sembra una buona azione ma i favoriti hanno calcolato bene le distanze e, mentre perdono contatto Nizzolo e Demare, cui evidentemente la salita è troppo indigesta, un gruppetto nutrito ma che ha perso alcuni dei suoi velocisti di punta si presenta sotto l’arco dell’ultimo chilometro.

Nota di merito per Caleb Ewan, l’australiano è l’unico fra i velocisti a tenere le ruote del gruppo e sembra che per lui possa esserci una insperata soddisfazione. L’arrivo tuttavia si risolve solo negli ultimi cinquecento metri quando l’australiano viene affiancato e superato proprio da Girmay e Van del Poel, finendo peraltro per cadere a terra rovinosamente alle viste del traguardo per un piccolo tamponamento proprio al posteriore dell’eritreo.

Il duello Girmay-Van Der Poel è appassionante, gli ultimi metri sembrano infiniti ed alla fine è proprio sua Maestà l’olandesone volante a trionfare ed a conquistare la maglia rosa e la tappa. Nota di merito per tutti i favorti della corsa, che arrivano insieme a circa cinque secondi dal gruppetto del vincitore, con l’unica eccezione di Pello Bilbao, che alle ruote dei due primi piazzati di giornata riesce a rosicchiare qualche secondo sui favoriti e, all’inverso, per Guillaume Martin, che fra gli uomini di classifica è l’unico che paga una decina di secondi di ritardo dai migliori.

Niente di irreparabile ma è già rilevante.

Domani, nella breve crono fra le vie di Budapest, sarà proprio un raggiante Van der Poel a partire per ultimo, di rosa vestito, coronando così il sogno di vestire, dopo la gialla del Tour, la rosa del Giro.

Buon Giro a tutti.

Mario Delitala

Avvocato di professione, ma con una profonda passione per il ciclismo, praticato e guardato. Nel poco tempo libero a disposizione si allena, da solo ed in compagnia, studiando sempre nuovi percorsi da appassionato cacciatore di grandi salite, da percorrere rigorosamente al proprio lento passo, con la sola soddisfazione di arrivare in cima. Fra i suoi “scalpi” più importanti alcune mitiche salite della storia del ciclismo, come il Col de Vars ed il Col d’Allos nelle Alpi francesi o il Colle della Maddalena, nelle Alpi italiane. Realizza uno dei suoi sogni, quello di scrivere di ciclismo, col gusto di provocare discussioni e dibattiti, in linea con le proprie abitudini professionali.

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