I voti dell’avvocato: Pagellone finale del Giro 2023

ROGLIC 10

Era iL favorito. Ha vinto. Più forte di tutto, delle cadute, della sfortuna, dei fantasmi del passato. Onore a lui, il Giro ha bisogno di avere nel proprio palmares dei vincitori di questo livello.

THOMAS 10 e LODE

Un avversario di livello assoluto, un corridore fantastico, pronto al momento giusto, forte quando serve. Il podio del Giro avrebbe dovuto essere un po’ più largo quest’anno nel gradino più alto. Il voto è come quello di Primoz, perché dopo 3500 Km., 51.000 metri di dislivello, quattordici secondi sono nulla. La lode è per il comportamento dopo la sconfitta, ad onorare l’avversario, a complimentarsi coi compagni di squadra della Jumbo. Un fuoriclasse assoluto, in sella e sceso dalla bici. C come campione, S come signore, G come Geraint, T come Thomas.

PINOT 8

Il corridore del mio cuore mi lascia l’amaro in bocca per due tappe che poteva vincere, perse banalmente, una per inutili litigi con Cepeda, a beneficio di Rubio, l’altra per aver concesso a Zana, bravissimo, la posizione migliore nella volata. Porta a casa la maglia azzurra, ed anche qui, come per Roglic, il Giro ha bisogno che nel proprio palmares della classifica scalatori ci sia uno come lui, con un quinto posto finale di assoluto valore. Era il tuo ultimo Giro, ti saluto Thibaut, sulle strade della corsa Rosa mi mancherai, mi mancherai tantissimo.

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EVENEPOEL 4

Due crono da campione poi una fuga sin troppo discussa. Chi ha il covid è giusto che valuti di abbandonare una corsa. C’è però modo e modo: sarebbe stato più rispettoso del Giro se si fosse tenuta una conferenza stampa dove magari esternare pubblicamente il proprio disappunto e la propria delusione. Ma così, una fuga praticamente nottetempo non è tollerabile. Dopodiché rimane una curiosità: ma se Remco fosse stato in maglia gialla al primo giorno di riposo del Tour sarebbe scappato o avrebbe perlomeno dato un annuncio in un modo più rispettoso della corsa? Ed i signori Soudal ed il Signor Quick-Step avrebbero così supinamente approvato?

CAVENDISH 9

Tiene duro Cannonball, resiste , onora il Giro, arriva superando le montagne, l’Imperatore delle volate è lui.

KUNG 4

Viene al Giro col chiaro intento di ben figurare nelle due crono iniziali. Vista la scarsità di risultati, fa presto le valigie, come già programmato. Il Giro non ha bisogno di corridori che vengono qui per un mordi e fuggi pensando già ad altre corse. Kung e simili: i corridori come voi non sono graditi e tanti saluti.

BARGUIL 4

Il bretone della Arkea arriva con l’obiettivo di vincere una tappa ma forse il covid pre Giro lo ha condizionato e non ha mai dato l’idea di poter brillare. Provaci ancora Warren!

LEKNESSUND 8

Fra le autorità inquirenti si dice: se vuoi trovare il responsabile di un crimine, segui il denaro. Io dico, nel ciclismo: se vuoi trovare un futuro campione, segui Andreas.

BUITRAGO 5,5

Alza il voto con la vittoria sulle Tre Cime ma per uno dal quale mi mi aspettavo una battaglia per la vittoria finale è un po’ poco.

ARMIRAIL 8,5

Aiuta il proprio capitano e si toglie la soddisfazione di portare la Maglia Rosa e di fare una buona classifica. Umile e signorile nelle dichiarazioni. Bravissimo Bruno.

CARTHY 4

Doveva fare sfracelli invece si ritira mestamente.

L’ORGANIZZAZIONE DEL GIRO 5,5

Il successone della tappa di Monte Lussari, indiscutibile, non bilancia le manchevolezze della gestione Covid. Che il covid fosse nel gruppo lo si sapeva da tempo prima. Ma imporre l’obbligo della mascherina nelle zone miste sin dall’inizio era così difficile? Ed anche dopo, a buoi abbondantemente scappati, ho continuato a vedere festeggiamenti sul podio con tanti politici e personalità, senza mascherina alcuna. Quando poi si dice che al Tour sono più professionali, forse è vero. Insufficiente.

HEALY 7

Una vittoria di tappa per impreziosire un Giro da protagonista. Bravo.

PEDERSEN E CORT NIELSEN 7

Vengono per vincere una tappa. Lo fanno ed onorano il Giro. Così si fa.

CARUSO 8,5

Bravo Damiano. Quarto posto, di più non potevi fare. Hai tenuto alto l’onore del ciclismo tricolore con un piazzamento super. Peccato che, alla tua età, avremmo bisogno di uno come te ma con dieci-quindici anni in meno.

GEE 9

Lo confesso: con il ritiro a fine stagione del mio Thibaut, ho già trovato con chi sostituirlo.

GLI ITALIANI VINCITORI DI TAPPA 7

Quattro belle vittorie con Milan (secondo me fra i quattro vincitori quello più promettente a livello mondiale per la sua categoria, quella degli sprinters). Purtroppo però latitiamo nella classifica generale e non è una latitanza da poco.

PARET PEINTRE 7,5

Vince una tappa si piazza bene ed onora il Giro. Ed a me i francesi che onorano il Giro piacciono tantissimo.

DUNBAR 8

Faceva classifica per la prima volta ed ha centrato un piazzamento di primo livello. Scusate se è poco.

KAMNA 8

Da gregario di Vlasov a top ten. Vedete Dunbar.

ALMEIDA 9

Al netto di qualche dichiarazione pro Tour (non sopporto i corridori che fanno improvvidi paragoni fra le due corse), il ragazzo sta crescendo anno dopo anno.

KUSS 9

Ditemi se c’è un altro scalatore che possa supportare il proprio capitano meglio di lui.

VINE 5

Il talento c’è. Avevo pronosticato una top ten, che non è arrivata. A riprovarci.

GEOGHEGAN HART 9

Ha onorato il Giro e prometteva benissimo. Una stupida caduta l’ha messo fuori gioco ma non ha parlato male del Giro, anzi. Arrivederci Tao.

I TELECRONISTI RAI 3

Chiariamo subito: il rispetto per i professionisti che lavorano lo si deve sempre riconoscere, guai a scadere nella maleducazione e nella inutile polemica. Però, fatta questa doverosa premessa, ho avuto la sventura di seguire solo due tappe del Giro alla Rai: una quella dolomitica finale. Ad uno spettatore, meglio se cicloamatore come me, durante la scalata del Giau o del Valparola, interessa che si parli di evoluzione della corsa e non di funghi, funghetti, tartufi, principesse e favolette. Tutto molto interessante ma forse andrebbe collocato in un altro contesto. Ai vertici RAI: guardate la concorrenza (a buon intenditor…).

LEFEVERE 0

Vergogna. Esiste solo questa parola per descrivere il comportamento del dirigente belga. C’è modo e modo per fare le cose (vedi Evenepoel e ritiro) e c’è modo e modo per dire le cose. Si può esprimere un giudizio sulla opportunità di una tappa con pendenze così estreme (ma alla Vuelta non fanno anche di peggio?) ma definire per ciò solo il Giro una corsa da circo o la tappa una farsa è un autogol clamoroso. Patrik e Remco: a non rivederci.

INEOS 9

Forse l’unica squadra che porta otto effettivi di primissimo livello senza fare distinzioni fra Giro e Tour: scusate ma questo va sottolineato.

LO SPETTACOLO DEL GIRO 7

Qui bisogna mettersi d’accordo una volta per tutte, senza mandarle a dire e senza giri di parole. Preferiamo il ciclismo anni 90 dove si facevano imprese solitarie scalando montagne (ma era tutta una finta a causa dell’EPO, diciamolo chiaro) oppure preferiamo un ciclismo più pulito con corridori più puliti che ovviamente hanno meno cartucce da sparare in tre settimane e corrono più controllati. Pensate quello che volete ma io preferisco questa seconda opzione.

PRESIDENTE SERGIO MATTARELLA 10 E LODE

Finalmente un Presidente che onora una corsa che da oltre un secolo dipinge una festa e gli scenari di un Paese così bello e così fragile.

Mario Delitala

Avvocato di professione, ma con una profonda passione per il ciclismo, praticato e guardato. Nel poco tempo libero a disposizione si allena, da solo ed in compagnia, studiando sempre nuovi percorsi da appassionato cacciatore di grandi salite, da percorrere rigorosamente al proprio lento passo, con la sola soddisfazione di arrivare in cima. Fra i suoi “scalpi” più importanti alcune mitiche salite della storia del ciclismo, come il Col de Vars ed il Col d’Allos nelle Alpi francesi o il Colle della Maddalena, nelle Alpi italiane. Realizza uno dei suoi sogni, quello di scrivere di ciclismo, col gusto di provocare discussioni e dibattiti, in linea con le proprie abitudini professionali.

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