Lettera aperta a Fabio Aru

Caro Fabio,

non ci conosciamo, ma da sardo a sardo, ho appreso con vivo stupore in merito alla tua decisione di appendere la bici al chiodo alla fine di questa stagione.

Ho qualche primavera in più rispetto a Te e, da cicloamatore che segue da sempre le cose del ciclismo, ho seguito la tua ascesa e la tua successiva parabola – ahinoi – discendente.

Ho ammirato i tuoi trionfi al Giro, la tua esplosività, il tuo talento così precoce, i tuoi podi al Giro, la tua incredibile vittoria della Vuelta, ancora giovanissimo, e con un futuro di successi dinnanzi, che si appalesava in tutta la sua numerosità e prestigiosità.

Ti ho visto maglia gialla al Tour, trionfare in una tappa eroica con uno scatto bruciante nel finale, spaventando nientemeno che Chris Froome, che a quei tempi dominava.

Ho seguito poi il tuo passaggio dall’Astana alla UAE e l’inizio del tuo travaglio, frutto, chissà, di tanti fattori, sportivi, tecnici e, da quel che ho letto, di problematiche fisiche irrisolte che ti hanno costretto a saltare gare, ritirarti mestamente dalle competizioni, rinunciando a far emergere il tuo talento indiscusso ed indiscutibile.

Esprimere giudizi a posteriori è sempre facile, e nel mio caso, non essendo io al di dentro delle tue vicende, persino superficiale, magari col senno del poi la permanenza alla Astana ti avrebbe giovato o magari non avrebbe cambiato una virgola di quello che sarebbe successo nel successivo triennio.

Oggi però, tutti noi abbiamo intravisto segnali di rinascita, dopo una calvario che immagino per te, corridore serio e scrupoloso, assai duro da sopportare. Sei arrivato secondo alla Vuelta Burgos, mentre scrivo queste righe, stai battagliando coi migliori alla Vuelta di Spagna, forse la corsa che più ti ha amato e che Tu hai amato.

Ecco perché, dopo un così lungo periodo di difficoltà, rivederti lassù in classifica mi ha ha fatto un piacere enorme e mi ha così stupito il tuo annuncio sulla volontà di ritirarti, ancora giovane, proprio adesso che stavamo tutti apprezzando il tuo ritorno.

Lo voglio chiarire subito: nessuno, men che meno uno sconosciuto ai tuoi occhi come me, ha il diritto di giudicare le scelte di vita e personali di chiunque, posto che quelle scelte sono frutto per certo di una lunga riflessione e di un confronto con le persone più care. Quindi voglio subito sgomberare il campo dall’equivoco di quello che si fa i fatti degli altri, permettendosi di esprimere giudizi affrettati ed inopportuni. Non ne ho il diritto e certo neppure l’intenzione.

Non conosco i reali motivi della tua decisione, ho letto qualcosa sui giornali, ma spesso le notizie sono riportate in maniera incompleta e certamente affrettata.

Tuttavia vorrei esprimerti qualche mia riflessione, che non è direttamente rivolta a Te, ma che in qualche modo scrivo anche a me stesso, e che non vuole essere un giudizio sulla tua decisione, ci mancherebbe, quanto piuttosto una riflessione sulla vita e sui progetti che ognuno noi coltiva nel proprio cuore.

Talvolta anche io penso che la vita sia breve, ed il tempo a disposizione limitato, tempus fugit, dicevano i latini, per poter realizzare tutto quello che ognuno di noi ha in mente, talatra penso l’esatto contrario, ovvero, che, volendo, c’è in teoria il tempo per molto, per realizzare non solo un progetto di vita, ma più progetti, magari contemporaneamente l’uno all’altro, magari successivamente l’uno all’altro.

Il tempo – lo sai certamente meglio di me – per uno sportivo è breve, la carriera, il top della forma dura poco, e tutti voi sportivi cercate di ottimizzarlo al meglio.

Per questo che mi chiedo, e Ti chiedo scusa per questa mia “invasione di campo”, hai valutato che la fattibilità dei Tuoi legittimi e privati progetti, che a nessuno è concesso sindacare, non possa essere realizzata in contemporanea od in seguito al tentativo, magari solo per un’altra stagione, o forse due, di vedere se questi segnali di un tuo ritorno ad alto livello possano consolidarsi e rinnovarti le vecchie soddisfazioni, i vecchi trionfi?

Sono un avvocato, ma Tu in questo caso non sei il Giudice da convincere, ma solo una persona in gamba, un ciclista sopraffino, che dopo un periodo difficile sta dando segnali di ritorno e rispetto al quale, in sincerità, auspico che questo Giro di Spagna possa contribuire ad un cambiamento d’idea, si può sempre cambiare idea, e magari valutare la possibilità di prolungare anche solo di un anno o due, la propria carriera, per vedere come va, per dare continuità ai tuoi ultimissimi risultati.

Io lo spero, perché credo che sia giusto offrirti una seconda vita sportiva, magari più breve della prima, ma magari non meno densa di soddisfazioni.

Dopodiché, le scelte sono personali, solo Tue, e a nessuno dovrà essere concesso criticarle quali che esse siano, sia che Tu decida davvero di ritirarti sia che Tu ci provi per un’ultima volta, per un ultimo tentativo.

Nella prima a mio parere denegata ipotesi, grazie comunque di cuore, per aver portato in alto, nei tempi belli, il nostro amato vessillo dei Quattro Mori, la bandiera della nostra terra, in giro per il mondo, rendendoci tutti orgogliosi e consapevoli che anche dalla nostra isola, da un piccolo paese, possa uscire fuori un campione, non solo sulla strada, ma anche a livello umano e professionale. Perché questo penso Tu sia. Degno figlio del carattere della nostra amata Sardegna, orgogliosa, talentuosa, pura e bellissima.

Nella seconda da me auspiucata ipotesi, di un Tuo ripensamento, sono convinto, passami la battuta da “fratello maggiore”, che faresti la scelta giusta non necessariamente per vincere (la vittoria è sempre frutto, la sai bene, di tante componenti e tante variabili ) ma per dimostrare a tutti che puoi ancora stare lì davanti, coi migliori, nel posto in gruppo che ti compete. Penso che il tuo talento meriti questa possibilità.

E sono sicuro che coi migliori ci staresti, ed allora vedresti quanti fra quelli che in questi tre anni ti hanno criticato, censurato, quando non addirittura maleducatamente offeso, verrebbero zittiti, relegati nel più recondito angolino del giornalismo, quello di retroguardia, quella retroguardia del gruppo), che a Te non appartiene e sono certo che Tu, nel tuo cuore, questo dato tecnico-sportivo lo condividi appieno.

In ogni caso, qualsiasi scelta Tu faccia, Ti faccio il mio in bocca al lupo per tutti i tuoi futuri progetti: te lo meriti.

Un grande saluto.

Da Olbia a San Gavino Monreale

Tuo affezionatissimo.

Mario Delitala

DavePeriodista

Davide Bagnoli è un giornalista iscritto all’albo dell’Emilia Romagna. Nella sua carriera si è occupato di cronaca di ogni genere, ha sempre cercato di farlo con passione e con il sorriso sulle labbra. Quando possibile cerca di trasmettere il suo sorriso anche ai lettori, ama scrivere e questo lo ha portato a pubblicare due libri. La sua più grande passione sportiva è il ciclismo, sport che ama e pratica nel tempo libero.

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