L’impresa oltre la vittoria

Scrivere e riscrivere la storia di questo sport non è affatto semplice. Tante sono le storie che abbiamo visto e raccontato che hanno attraversato il tempo e lo spazio. I valori che questo sport rappresenta sono comunque immutati e trascendono gli uomini e le epoche storiche. Così in questo ciclismo moderno riscopriamo il fascino immutato del nostro sport. Un ciclismo che in questi ultimi anni sembra essere tornato più umano, aver lasciato da parte un po’ i numeri e i valori legati ai watt e ai tanti parametri per riprendere in parte quel lato di estro e spettacolo basato sul talento dei singoli uomini.

Sulle salite dei Pirenei rivediamo lo splendido duello tra Pogacar e Vingegaard. Il primo costretto dalla propria posizione in classifica ad attaccare e il danese pronto a difendersi. E poi la strada decide di regalarci emozioni uniche. In discesa Pogacar cade, una caduta dettata dall’attacco forsennato dello sloveno che per pochi cm sbaglia una curva e si ritrova a terra. Vingegaard si volta, guarda e capisce che il rivale è a terra e…si ferma. Sì non attacca, non cerca di approfittare di un destino improvvisamente generoso, ma in pieno codice cavalleresco attende il compagno/avversario. I due si riconoscono si apprezzano si temono ma più di ogni altra cosa si stimano.

Soli in questo Tour sono in grado di sfidarsi e la gloria della vittoria è tale solo quando riconosciuta dal proprio avversario dopo che la sfida si è conclusa sul campo e ad armi pari. Oggi abbiamo assistito a una delle più belle tappe degli ultimi anni. Una tappa che ha segnato questo tour 2022 con un monumentale Vingegaard e una incredibile Jumbo hanno probabilmente ipotecato la vittoria finale. La tappa ha racchiuso dentro di sé ancora tantissime storie.

Dall’incredibile Tour corso da Van Aert, emblema della modernità di un ciclismo che propone corridori sempre più completi capaci di competere in tutti i tipi di corse. La maglia verde va in fuga e come in un disegno di squadra traccia da lontano una scia che il proprio compagno Vingegaard in maglia gialla è pronto a seguire. Ci prova Pogacar ma qualcosa quest’anno non va. La gamba c’è ma la pressione esercitata su di lui dalla Jumbo alla fine ha la meglio.

Dal doppio attacco di Roglic e Vingegaard ai ritmi sostenuti da i vari Benoit e kuss si assiste a un Tadej che lentamente si sgretola e da solo non riesce a reggere l’ondata gialla. I suoi attacchi finiscono presto per essere vanificati e in quest’ultimo arrivo sui Pirenei alla fine è ancora Vingegaard a vincere. Scava tra lui e Tadej un ulteriore minuto in vista della crono e meritatamente su questi Pirenei trova la gloria sportiva intesa sia come risultato che come valore.

Vincenzo Davide Catania

Vincenzo Davide Catania ha 35 anni e vive tra i ridenti colli di Bologna dove lavora come Chirurgo Pediatra presso l’Ospedale Sant’Orsola. Sposato con una donna meravigliosa che gli ha regalato 2 piccoli angeli, Giulia ed Emanuela. La passione per il ciclismo riemerge nei ricordi adolescenziali delle epiche imprese del Pirata, delle roboanti vittorie di Cipollini e Petacchi e delle imprese, nelle fredde terre del Nord, di Bartoli. Passista per natura e vocazione, nel poco tempo libero, spesso rubato al sonno alle prime luci dell’alba, coltiva la propria passione per la bici in una sfida costante con se stesso nella scoperta di nuovi e stimolanti percorsi che lo riportino ad un contatto puro con la natura delle montagne e del bosco.

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