Cadenza di pedalata ottimale: un nuovo studio aggiunge dettagli interessanti
Chi ci segue da tempo sa che noi abbiamo sempre sostenuto, sulla base della letteratura scientifica del settore, che la cadenza ottimale cambia da ciclista a ciclista. Recentemente è stata pubblicata su Medicine & Science in Sports una ricerca abbastanza interessante perché realizzata anche con prove pratiche molto approfondite. Secondo questo studio esiste un valore medio, che loro identificano in 80 rpm, che permette di sviluppare una buona potenza di pedalata.
Stando ai risultati prodotti da questi ricercatori, un valore più basso porterebbe ad un più rapido indurimento dei muscoli (consumo del glicogeno muscolare che altrimenti resterebbe intatto) con tutte le problematiche che ne conseguono, come ad esempio il cosiddetto “acido lattico” (termine usato in gergo ma in modo improprio) e il problema dei crampi dopo un allenamento in bici. Al contrario una cadenza troppo alta è risaputo che determina una perdita di potenza ed efficienza della pedalata.
Ovviamente però, come precisato anche questo studio, sulla cadenza ideale influisce anche il livello di fibra muscolare, l’esperienza del ciclista e lo stato di forma fisico e cardiovascolare. Di conseguenza esiste sempre un certo grado di soggettività in questo valore. Allora niente di nuovo? Non proprio.
La cadenza troppo alta non serve a niente
I risultati diramati da questo team sono molto netti, a loro avviso per i ciclisti dilettanti e amatoriali, pedalare ad una cadenza troppo alta non ha nessuna utilità e porta soltanto uno spreco di energia, così come una cadenza troppo bassa d’altronde. I ricercatori sostengono infatti che questo determini solo un aumento della frequenza cardiaca e una perdita di potenza nella pedalata. La cadenza di pedalata ottimale per ogni ciclista, affermano, è quella che gli permette di trasmettere la massima potenza in maniera sostenibile.
Per determinare questo risultato hanno misurato il rendimento prodotto e il relativo costo metabolico di 14 ciclisti amatoriali che sono stati ampiamente monitorati durante dei test dove hanno variato la cadenza tra 40, 60, 80 e 100 rpm. Da questo studio pratico è emerso che tutti i ciclisti ottenevano il minor affaticamento pedalando a 60 rpm (cadenza adatta per fare lunghe passeggiate) ma la migliore performance allenante pedalando ad una media di 81 rpm.
Questa è la cadenza quindi perfetta e ottimale per tutti? No, non è possibile dirlo con certezza perché su questo valore, come detto e ridetto, esiste il grado di soggettività dato da:
- livello di massa muscolare;
- peso corporeo;
- allenamento fisico;
- stato di forma cardiovascolare.
La cadenza di un ciclista in forma
In media quando un ciclista raggiunge il suo picco nello stato di forma personale, riesce a pedalare con una cadenza superiore alla proprio personale media ottimale. Questa varia sempre tra 3 e 8 rpm in più rispetto a quanto riesce a fare nel resto dell’anno.
Tirando le somme
In conclusione non cambia la nostra idea, che abbiamo espresso nell’articolo relativo alla cadenza di pedalata in salita e in quello sul rapporto tra cadenza e watt. Ogni ciclista deve trovare la propria cadenza ma attenzione a non prendere “brutti vizi”. Se volete esprimere il massimo del vostro potenziale, le cadenze troppo alte o troppo basse difficilmente ve lo permetteranno. Il range ideale è sempre quello compreso tra 60 e 90. Per questo motivo diffidiamo sempre dai pacchi pignoni con soluzioni troppo grandi (anche se anche in questo caso esiste sicuramente un notevole grado di soggettività).