Quanto vale ancora questo Giro? (Commento e risultato settima tappa)

Il sogno di una vita per ogni ciclista professionista o semplicemente appassionato…quello di vestire la maglia Rosa. Quel colore che rievoca il sapore di una grande storia d’Italia che ha attraversato oltre un secolo. Simbolo di sforzo infinito, valore e coraggio che ha sempre illuminato le strade del nostro Paese anche nei suoi periodi più bui.

Oggi la maglia Rosa cha valore? Noi italiani sappiamo ancora amare la Maglia Rosa? All’estero come viene visto il Giro? E’ ancora la corsa più importante dopo il Tour?

Il Giro diventerà la nuova coppa UEFA?

Proviamo a venire al punto. Ci sono ancora corridori, squadre e sponsor che credono nel valore del Giro d’Italia? Iniziamo a nutrire alcuni dubbi sul valore reale e quello percepito che una competizione come il Giro d’Italia.

Da una parte c’è qualcosa che nessuno può cambiare: la Storia. Una competizione che come abbiamo già anticipato è ormai ultracentenaria (104 edizioni) e che ha segnato la memoria di tutti noi appassionati. Una storia che è la tara del suo valore, unico e inestimabile per ciò che ha rappresentato sia per l’Italia che per il mondo durante tutto il secolo breve. Una competizione che ha tenuto a battesimo e consacrato tutti i più grandi campioni del ciclismo.

Dall’altra parte c’è il valore percepito che il Giro ha attualmente nel panorama World Tour. La differenza dell’interesse mediatico e soprattutto degli sponsor rispetto al Tour negli ultimi anni sta diventando sempre più evidente. Una storia che, perdonate il paragone ardito, è simile a quella che abbiamo vissuto nel calcio tra la Champions League e l’attuale Europa Leauge (ex Coppa UEFA).

Recentemente nel calcio la differenza di valore tra le due competizioni è diventata sempre più evidente, sia in termini economici che in termini di qualità. Una differenza che da una parte ha spostato tutto l’interesse delle grandi società calcistiche verso la Champions, relegando all’Europa League il ruolo di una competizione di Serie B, dall’altra ha consentito a quest’ultima competizione di veder emergere nuovi campioni e nuove realtà calcistiche fino a pochi anni fa esclusi dal panorama internazionale.

La nostra sensazione è che anche il Giro stia vivendo questa trasformazione. Da una parte il suo valore percepito è notevolmente inferiore rispetto al Tour, dall’altre sta diventando una competizione per lanciare o rilanciare nuovi corridori o ex-campioni in cerca di riscossa.

Un Giro senza padroni

Vedendo rapidamente i nomi dei concorrenti e dei favoriti le riflessioni in merito a quanto espresso sono abbastanza logiche. La prima è che neanche il vincitore dell0 scorso anno ha preso parte a questa edizione. Geogheghan Hart vincitore uscente è stato dirottato dalla Ineos al Tour, dove giocherà probabilmente da gregario. Per il resto i favoriti di questo Giro sono giovani rampanti in cerca di gloria (nuove o ritrovate) come Almeida, Ciccone Bernal, Vlasov, e Evenepool. Nomi potenzialmente validi sia per la maglia Rosa che per quella Bianca. Dall’altra parte ci sono corridori esperti in cerca di riscatto o di conferme come Yates e Nibali. Analogo discorso può estendersi anche agli uomini per le volate con la presenza dei nostri Nizzolo e Viviani e di corridori emergenti come Groenewegen e Merlier.

L’assenza di un leader definito e di conseguenza di una squadra dominatrice sta rendendo questo Giro più indecifrabile e di conseguenza più avvincente per noi spettatori. Il Giro è appena iniziato e il valore è sicuramente inferiore rispetto a quello che vedremo al Tour. Il problema principale è che la posizione nel calendario World Tour possa rendere il Giro d’Italia come una corsa sempre meno interessante anzi quasi controproducente per quei corridori che puntano al Tour. Quest’anno abbiamo già osservato come i richiami di nuove corse su una settimana in terre più esotiche e corse in periodi iniziali del calendario abbiano già attratto i principali nomi del panorama World Tour attirando maggiore attenzione mediatica a discapito proprio del nostro Giro.

Quale futuro per il Giro?

La nostra ultima riflessione lascia più domande che certezze.

Come rilanciare il Giro? Come attrarre più sponsor e attenzione mediatica perché il Giro riprenda il proprio valore?

Il primo compito spetta all’organizzazione. Rilanciare il marchio Giro, renderlo più presente e visibile non solo in Italia ma anche all’estero. In secondo luogo migliorare l’aspetto organizzativo per non assistere più a ciò che abbiamo visto in queste prime tappe del Giro con cadute incredibili in tappe tendenzialmente tranquille e che hanno messo fuori gioco anche uomini di classifica (vedi Landa). Il secondo ruolo spetta alle squadre World Tour per cui condividiamo la scelta di “usare” il Giro per lanciare o rilanciare nuovi e vecchi talenti, ma schierare squadre di Serie A e B per Tour e Giro la condividiamo davvero poco.

Sarebbe anche importante avere di nuovo una squadra italiana all’interno dei Team Uci World Tour, aspetto che rappresenterebbe forse una chiave di volta per trainare il movimento ciclistico italiano.

Intanto, parlando di Giro 2021, la settimana tappa, con arrivo in volata a Termoli è stata vinta in modo netto da Caleb Ewan che fa 49 vittoria in carriera, quinta al Giro (seconda in questa edizione). Al secondo posto chiude Cimolai, terzo Merlier, quarto Moschetti e quinto Pasqualon.

Vincenzo Davide Catania

Vincenzo Davide Catania ha 35 anni e vive tra i ridenti colli di Bologna dove lavora come Chirurgo Pediatra presso l’Ospedale Sant’Orsola. Sposato con una donna meravigliosa che gli ha regalato 2 piccoli angeli, Giulia ed Emanuela. La passione per il ciclismo riemerge nei ricordi adolescenziali delle epiche imprese del Pirata, delle roboanti vittorie di Cipollini e Petacchi e delle imprese, nelle fredde terre del Nord, di Bartoli. Passista per natura e vocazione, nel poco tempo libero, spesso rubato al sonno alle prime luci dell’alba, coltiva la propria passione per la bici in una sfida costante con se stesso nella scoperta di nuovi e stimolanti percorsi che lo riportino ad un contatto puro con la natura delle montagne e del bosco.

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