La sentenza del Grand Colombier: il Tour sarà un affare sloveno tra Roglic e Pogacar. Crolla Bernal, fuori dalla generale

Il crollo di Bernal, vincitore del 2019

E’ un Tour che non immagini e che sorprende ogni giorno. Sul le Grand Colombier crolla Bernal (Ineos-Granadier). Il giovane colombiano vincitore dell’edizione 2019, purtroppo conferma le sensazioni negative dei giorni scorsi prendendo oltre 6 min. Stupisce invece il giovanissimo vincitore di tappa lo sloveno Pogacar (UAE-Emirates) che centra la sua seconda vittoria in questo Tour davanti al leader e connazionale Roglic (Jumbo-Visma).

Pronti via e Trentin primo al traguardo volante

Riviviamo fase per fase le emozioni di questa 15esima tappa che parte da Lione. Dopo una partenza a razzo partono 8 corridori, Ledanois (Arkéa-Samsic), Geschke e Trentin (CCC Team), Herrada (Cofidis),  Marcato (UAE Team Emirates), Bonifazio (Total Direct Energie), Gogl (NTT Pro Cycling) e Rolland (B&B Hotels). Il nostro Matteo è il più abile a centrare i punti disponibili per lo sprint intermedio mentre alle sue spalle Bennet (Deceuninck-Quick Step) consolida il suo primato in maglia verde prendendo altri 2 punti su Saga (Bora).

L’ascesa di Herrada e le prime schermaglie tra fuggitivi

La strada comincia poi a salire a circa 110 km dall’arrivo e la fuga inizia a perdere pezzi. Lascia Trentin, ottimo il suo lavoro per Geschke (CCC). Restano in 3 a percorrere l’ascesa del Montée de la Selle de Fromentel, ottenendo un vantaggio massimo di 4 min circa. Il primo a scollinare è lo spagnolo Herrada, ancora generosa la sua prova in salita, mentre in discesa è Gogl a dar spettacolo staccando tutti. Le piccole schermaglie tra i fuggitivi però fanno il gioco della Jumbo che alla fine della discesa contiene la fuga entro i 2 minuti.

Crollo di Bernal al Tour 2020

La doppietta slovena e il crollo di Bernal, le Grand Colombier non lascia scampo

La tappa inizia ai piedi de Le Grand Colombier, 15 km di salita con pendenza media oltre il 7% e punte oltre il 12%. Gogl e Rolland riescono a prendere per primi la salita, ma la Jumbo alle loro spalle non lascia scampo. La squadra di Roglic inizia a tirare come se fosse in pianura e in perfetto schieramento con 5 uomini impartisce alla corsa un ritmo forsennato (oltre il 20 km/h) che vanifica ogni tentativo di attacco. La vera forza di Roglic è proprio la sua squadra, forte, organizzata e soprattutto unita. Si lavora tutti per uno e uno per tutti, e questo ha, sta e farà la differenza di qui alla fine. Da sottolineare la prova di Van Aert che tira tutto il gruppo per oltre 10 km. La sua è un’azione che spezza le gambe e ne pagano le spese proprio i colombiani Bernal (Ineos) e Quintana (Arkéa). Terminato il lavoro di Van Aert gli subentra una asso come Dumoulin che a meno di 5 km dall’arrivo imprime un nuovo cambio di velocità alla gara. Degli uomini di classifica resistono Landa  (Bahrain-McLaren, scortato da uno straordinario Caruso), Urán (EF), Valverde (Movistar Team),  López (Astana), Yates (Mitchelton-Scott) e soprattutto Pogacar (UAE). Yates prova un affondo a circa 3 km dall’arrivo ma il suo tentativo è vanificato dalla progressione di Dumoulin. Si arriva compatti all’arrivo ed è nuovamente volata tra i 2 sloveni, tra cui ha ancora la meglio Pogacar che centra la sua seconda vittoria in questo Tour e soprattutto diventa l’anti Roglic.

Il tour ha già dato le sue sentenze? Cosa può’ cambiare?

Vedere oggi la corsa e leggere la classifica, certamente, lascia pochi dubbi su quello che può essere l’esito finale della competizione. Primoz Roglic ha mostrato di essere il più forte finora e di non aver ancora patito alcun calo in queste 2 prime settimane. A suo favore, come probabile vincitore finale, giocano: l’avere una squadra fortissima che è in grado di traghettarlo fino a poche centinaia di metri dal traguardo e la presenza ancora in calendario di una cronometro (seppur atipica con quasi 10 km di salita). Resta solo il dubbio sulla sua tenuta fisica sulle 3 settimane che potrebbe mettere a repentaglio la sua leadership. Alle sue spalle il giovane connazionale sloveno Pogacar. A 22 anni ha già vinto 2 tappe con arrivi in salita. Ha dimostrato di avere gambe e di far tesoro dell’esperienza. Purtroppo ha una squadra che è stata decimata da cali di condizione e infortuni, soprattutto quello del nostro Formolo che sarebbe stato certamente utile nelle prossime tappe. Resta infine la solitudine di Bernal. Il più giovane vincitore di Tour de France ha pagato in questa edizione una condizione deficitaria e l’assenza di una squadra che finora non è mai stata protagonista. Adesso cambia il suo Tour, l’obiettivo deve essere una vittoria di tappa, ma prima di poterci riuscire dovrà accumulare ulteriore ritardo dai leader.

Vincenzo Davide Catania

Vincenzo Davide Catania ha 35 anni e vive tra i ridenti colli di Bologna dove lavora come Chirurgo Pediatra presso l’Ospedale Sant’Orsola. Sposato con una donna meravigliosa che gli ha regalato 2 piccoli angeli, Giulia ed Emanuela. La passione per il ciclismo riemerge nei ricordi adolescenziali delle epiche imprese del Pirata, delle roboanti vittorie di Cipollini e Petacchi e delle imprese, nelle fredde terre del Nord, di Bartoli. Passista per natura e vocazione, nel poco tempo libero, spesso rubato al sonno alle prime luci dell’alba, coltiva la propria passione per la bici in una sfida costante con se stesso nella scoperta di nuovi e stimolanti percorsi che lo riportino ad un contatto puro con la natura delle montagne e del bosco.

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