Roubaix è sempre Roubaix: vince VDP
Pietre, foreste, freddo, sudore, cadute, attacchi, scatti e alla fine gioia.
La Parigi Roubaix è la regina delle classiche è l’inferno del Nord e quei caratteri non si sono persi negli anni, come una donna che invecchiando diventa sempre più affascinante perché se la bellezza fisica affievolisce prendono corpo altre qualità come esperienza maturità Savoir faire e così la Roubaix è sempre in grado di ammaliare corridori e spettatori.
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- 100% poliestere tessuto di maglia PN, Pantaloni Materiale: 80% poliestere e 72% lycra, Materiale cuscino: Spugna tecnica, alta flessibilità; Leggero, in tessuto traspirante e ad asciugatura rapida.
- I pantaloncini con 3D gel, che indebolisce il senso di shock e permette le tue pelle respirare liberamente, ti farà comodo anche se vai in bicicletta per un lungo tempo.
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Vince in solitaria Van Der Poel che dopo la Sanremo fa doppietta ed è a 3 su 5 per quanto riguarda le monumento.
Vince con una prova di grande forza, coraggio e un pizzico di scaltrezza, anzi 2 fortunato a non cadere in uno scontro con Degenkolb (DSM) e ad sferrare l’attacco decisivo su Van Aert dopo che questi aveva forato
Un romanzo più che una gara che scorre veloce velocissimo sulle pietre francesi per una gara che è andata via a oltre 46 di media
Il capitolo di noi italiani è dedicato tutto a Pippo Ganna. Tenace, coriaceo, combattente e orgoglioso fino alla fine fino a quegli ultimi 18 km. La sua forza, la sua fisicità è anche un limite e non gli consente di danzare sulle pietre come riesce a fare VDP. Ci siamo quasi Pippo, questo sesto posto vale come una vittoria, questa Roubaix segna un nuovo passo nel suo percorso di corridore.
C’è il capitolo Van Aert che rassomiglia a una triste storia dove la vita sembra prendersi beffa del povero belga a ogni occasione e ogni volta con un espediente diverso. Aveva corso con freddezza acume tattico senza scoprirsi e attendendo l’azione dell’eterno nemico. Prima La Porte lo abbandona per una foratura e poi lo stesso destino tocca anche a lui nel momento decisivo. Un sogno che si sgretola rapidamente tra le sue mani lasciando solo tanto amaro, ma speriamo ancora intatta la sua voglia di vincere per non essere ancora un piazzato di lusso.
C’è Philipsen forte fortissimo cattivissimo che alla fine arriva secondo completando la doppietta Alpecin. Stavolta tocca a lui il ruolo di gregario ma riesce a farlo oltre ogni aspettativa. Tiene, chiude, attacca e prepara il terreno per Vpd e alla fine non contento batte in volato Van Aert. Rivelazione
Ultime parole ancora per VDP. Il prototipo del ciclista moderno che attacca oltre ogni attesa. Stupisce per la forza coraggio e generosità.
Un vincente nato per le classiche e che riesce a regalare comunque emozioni e riesce a dividere tra chi lo ama e chi lo odia. Il nipote di Poulidor ha superato il nonno e ha scritto a pieno titolo la sua pagina nel romanzo della storia del ciclismo
Alle loro spalle ottimi Pedersen che conferma un feeling speciale con l’inferno del Nord, Kung anche lui una certezza su questa strada e lo sfortunato Degenkolb