Sul Carpegna trionfa Pan…Pogacar

Tadej Pogacar, cosa altro aggiungere a tutto ciò che non sia stato già detto o scritto. L’errore e la confusione col Pirata è comprensibile. Non solo per lo stile con cui Tadej doma tutte le salite ma anche perché oggi lo ha fatto proprio sulle strade del Pirata.

La doppia ascesa del Carpegna è una prova durissima per tutti, i corridori normali. Se non conoscessimo Pogacar avremmo pensato che a spingere su quei pedali ci fosse proprio Marco per delineare i contorni di un’impresa sportiva. Vogliamo comunque, romanticamente pensare, che proprio quelle strade tanto care a Pantani, abbiano ispirato il piccolo principe a compiere l’ennesima impresa della sua giovane carriera.

La corsa, come sempre, per i corridori normali, è caratterizzata da una lunga fuga di giornata con particolare elogio per Quin Simmons (TREK) che conquistando i punti del GPM si assicura la classifica degli scalatori. Gli attaccanti ripresi in parte sulla prima ascesa, e in parte in pianura vengono inglobati dal gruppetto dei migliori.

La seconda ascesa parte con Pello Bilbao (Bahrein) che detta il tempo al proprio capitano Landa. Proprio lo spagnolo con Vingegaard (Jumbo) e Porte (Ineos) sembrano gli uomini più in forma. Paga dazio invece Evenepoel che già alla prima ascesa inizia a staccarsi.

Il ritmo imposto da Landa sembra alto e tutti si accodano. Tutti, sempre riferito alle persone normali, perché quando tutti sono alla soglia c’è qualcuno che ha sempre qualcosa in più. Bastano poche centinaia di metri e qualche scatto e poi Tadej capisce  che è il momento di attaccare. Mani basse, rapporto lungo e via sulle ali del vento. Lo stesso che sfiorava Marco nei suoi infiniti allenamenti, nelle sue preparazioni meticolose. Pogacar non pedala ma vola divorando la strada e i secondi che lo separano dagli altri in breve diventano minuti.

Vederlo salire con agilità e confidenza senza mai dare l’impressione di andare a toccare le proprie riserve continua a stupirci. Lui con la sua sfrontatezza e la sua forza continua a regalarci emozioni. Ci vien voglia di chiedere perché vada così forte in salita e immaginiamo che la risposta possa essere la stessa che tante volte a dato Marco “Perché così soffro di meno”, ma pensiamo anche Perché così mi emoziono e mi diverto di più.

Il resto della corsa è cronaca. Un desolante Vingegaard se la prende con Landa quando dovrebbe farlo con se stesso per non aver capito la tattica di gara o più probabilmente per non avere le stesse gambe di Tadej, sarà comunque secondo di tappa e in generale. Un generoso Landa conquista il gradino più basso del podio.

Caro Tadej adesso che hai corso sulle stesse strade del Pirata non ti resta che emulare la sua impresa più bella, Giro e Tour. Ti aspettiamo nei prossimi anni in modo che la tua storia e quella del ciclismo possano definitivamente vantarsi di un nuovo eroe.

Vincenzo Davide Catania

Vincenzo Davide Catania ha 35 anni e vive tra i ridenti colli di Bologna dove lavora come Chirurgo Pediatra presso l’Ospedale Sant’Orsola. Sposato con una donna meravigliosa che gli ha regalato 2 piccoli angeli, Giulia ed Emanuela. La passione per il ciclismo riemerge nei ricordi adolescenziali delle epiche imprese del Pirata, delle roboanti vittorie di Cipollini e Petacchi e delle imprese, nelle fredde terre del Nord, di Bartoli. Passista per natura e vocazione, nel poco tempo libero, spesso rubato al sonno alle prime luci dell’alba, coltiva la propria passione per la bici in una sfida costante con se stesso nella scoperta di nuovi e stimolanti percorsi che lo riportino ad un contatto puro con la natura delle montagne e del bosco.

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