Supercompensazione da allenamento: significato, durata e utilizzo
La supercompensazione è processo di adattamento dell’organismo ad un particolare stimolo allenante. Nello specifico può essere definita come supercompensazione l’insieme di stimoli che vanno ad alterare uno stato di equilibrio dinamico che regola le attività del corpo umano. Per comprendere questa nozione è sufficiente pensare a questa situazione:
- prima di un allenamento il nostro corpo si trova in uno stato di partenza che possiamo definire A;
- dopo l’allenamento il corpo si trova in uno stato che definiremo B;
- la supercompensazione porta il nostro corpo ad uno stadio che definiremo C.
Per questo motivo il nostro corpo reagisce con una reazione uguale o contraria che va a compensare gli effetti innescati dalla transizione da A a B. Questo processo (appunto di adattamento) è detto supercompensazione, perché ha lo scopo di riportare il corpo di un ciclista, o di qualsiasi altro sportivo, in uno stato di equilibrio.
Supercompensazione significato
Come abbiamo visto quindi la supercompensazione corrisponde alla reazione dell’organismo per far fronte al necessario ripristino di un equilibrio corporeo, interrotto da un allenamento molto intenso. Nello specifico la supercompensazione si compone di una serie di reazioni, dette processi rigenerativi anabolici che servono all’organismo per ricostruire l’equilibrio momentaneamente interrotto.
La supercompensazione, nel linguaggio medico è appunto definita come rottura dell’omeostasi per conto di un intenso stimolo allenante. Si tratta però di una condizione molto ricercata dai ciclisti e in particolare da tutti gli sportivi. Infatti durante il processo di supercompensazione vengono innescate una serie di reazioni che hanno lo scopo di migliorare il livello prestazionale (ovvero le performance) di uno sportivo.
Tornando all’esempio di prima quindi, la supercompensazione non riporta mai uno sportivo ad una situazione di partenza detta A ma sempre ad una nuova situazione che definiremo C. Ciò significa che le riserve metaboliche di uno sportivo, il suo metabolismo e le strutture anatomiche e muscolari sollecitate con l’allenamento non tornano ad uno stato iniziale ma per un periodo di tempo si collocano su un valore di performance leggermente superiore.

A cosa serve la supercompensazione
La supercompensazione permette quindi, se ben utilizzata, ad esempio avvalendosi di un buon preparatore atletico per ciclisti, di riuscire a sopportare dei carichi di allenamento e delle prestazioni sempre crescenti. Attenzione però, la supercompensazione ovviamente non entra in gioco dopo ogni allenamento ma solamente quando vengono soddisfatti determinati requisiti:
- intensità: l’impegno fisico deve superare la propria soglia limite (attenzione perché questo comporta uno stress fisico non indifferente ed occorre sempre accertarsi di poterlo sopportare, anche attraverso le visite medico-sportive);
- durata: l’allenamento deve avere una durata tale da superare la propria soglia limite;
- metodi di allenamento: devono essere ben ponderati.
Ovviamente non tutti gli allenamenti devono portare a superare la propria soglia ma quando questo non avviene, di conseguenza non viene innescata la supercompensazione.
Differenza tra supercompensazione e sovrallenamento
La supercompensazione non deve mai essere confusa con il sovrallenamento. La prima è una condizione ricercata che porta ad un miglioramento, il secondo stato invece indica soltanto la mancanza di un adeguato e necessario periodo di recupero che può anche portare ad un declino delle prestazioni, oltre che ad uno stato di malessere fisico.
Quanto dura la supercompensazione
Non esiste una durata identica per tutti i soggetti e tanto dipende anche dall’atteggiamento dello sportivo durante la supercompensazione. Molto importante è l’assunzione delle giuste dosi di carboidrati e proteine durante questa fase. Quando l’alimentazione è corretta anche nel post allenamento, come indicato nell’articolo riguardante come recuperare dopo un allenamento in bici, la supercompensazione conclude il suo processo in circa 48 ore, quando invece il livello di carboidrati assunti è molto contenuto possono servire fino a 5 giorni.
Cosa succede dopo una supercompensazione
Dopo la supercompensazione il corpo raggiunge un nuovo picco prestazionale potenziale ma a questo punto necessiterà di un nuovo sforzo (stimolo allenante) ancora più intenso per “rompere” nuovamente lo stato di equilibrio (omeostasi). Il problema della supercompensazione riguarda il fatto che quando il livello prestazionale viene incrementato continuamente nel tempo, si riduce sempre di più la possibilità di raggiungere la supercompensazione (ogni volta si sposta più in sù l’asticella).
Per questa ragione il rendimento di un atleta non può essere in ascesa costante e qui si arriva alla classica nozione per cui i ciclisti (così come tutti gli sportivi) non possono essere sempre in forma ma possono provare a gestire i cicli di allenamento in modo da entrare in forma nel momento desiderato. Incrementando l’intensità di un allenamento infatti cresce anche la necessità di avere un maggior tempo di recupero e questo sancisce l’impossibilità di poter restare al top della condizione troppo a lungo.