Tour de France 2023: Colpo Hindley, Vingegaard vince il primo duello con Pogacar
Alla prima tappa di montagna del Tour vengono emessi subito i primi verdetti: Hindley sfrutta una fuga di 36 corridori e fa doppietta, tappa e maglia gialla, Vingegaard dà più di un minuto a Pogacar, tanti corridori che partivano con ambizioni di classifica, come Landa e O’Connor, pagano già dazio. Molto bene Giulio Ciccone, 2° al traguardo e ora 3° nella generale.
Tour de France: Fuga di 36 corridori, c’è Hindley
Subito, sin dai primi kilometri, molti uomini cercano di andare in fuga. Va via un gruppone di 36 corridori, tra cui Hindley, Van Aert, Alaphilippe, Gall e Ciccone. Il Gruppo arriva ad avere un vantaggio di più di 3′ sugli avversari, e qui è evidente un errore della squadra di Pogacar: non si può lasciare così tanto margine a un corridore come Hindley, già vincitore di un Giro d’Italia. Molto intelligente invece la strategia della Jumbo-Visma, che lascia lavorare la UAE e piazza in fuga Van Aert che poi saprà dare un contributo importante sull’ultima ascesa. Proprio il fuoriclasse belga è il ciclista più attivo nell’avvicinamento al Marie Blanque, ma avrà poi comunque energie per dare una mano a Vingegaard.
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Sul Marie Blanque fuoco e fiamme
Nella prima parte di tappa c’è il Col de Soudet, Hòrs Categorie, seguito da un breve ma arcigno 3° categoria. Il clima è freddo, la media oraria è molto alta, alcuni uomini perdono contatto. Ma tutti hanno lo sguardo agli ultimi 26 km di questa frazione. Sull’ultima ascesa di giornata, l’arcigno Col de Marie Blanque, con pendenze costantemente sopra il 10% negli ultimi 3 km, scoppia la bagarre: la fuga perde pezzi sotto il ritmo dell’Ag2r di Gall. Quando Paret-Peintre si sposta, il ciclista austriaco scatta e alla sua ruota rimane solo Hindley. I due collaborano per qualche kilometro, poi l’australiano della BORA-Hansgrohe se ne sbarazza e si invola verso la vittoria. Dietro invece avviene una scena che avevamo visto già l’anno scorso: improvvisamente la Jumbo prende in mano la situazione, sgretola il gruppo dei migliori e in poco tempo rimangono solo Kuss, Vingegaard e Pogacar.
Quando l’americano termina il lavoro, il campione in carica del Tour scatta e si sbarazza del rivale sloveno. Vingegaard rimonta i fuggitivi tra salita e successiva discesa e termina questa tappa del Tour 5°, a 34″ da Hindley, insieme a Ciccone, Buchmann e Gall. Pogacar arriva al traguardo a 1′ 38″ dal vincitore, a 1′ 04″ dal rivale danese.
Ciccone è al centro di un siparietto curioso a fine tappa. Sembra infatti che l’abruzzese si sia lamentato di aver ricevuto l’ordine dall’ammiraglia di non aiutare Vingegaard per non fargli guadagnare troppo sul capitano Skjelmose. Ciccone si è risentito perché voleva provare a vincere allo sprint questa tappa del Tour, anche se poi a mente fredda ha dato ragione al Direttore.
Ora, dopo la 5° tappa del Tour, Hindley è maglia gialla. A 47″ Vingegaard, a 1’03” Ciccone, a 1’11” Buchmann, a 1’34” Adam Yates e 1’40” Pogacar.
In 5 tappe di Tour c’è stato più spettacolo che in tutto il Giro
Questa è una provocazione, ma lascia pensare. Non è possibile che in due corse che dovrebbero essere simili per prestigio e conformazione ci sia una differenza di spettacolo così ampia. Eppure quest’anno al Giro i campioni non mancavano, certo non erano quelli del Tour, ma erano comunque corridori di altissimo livello. Com’è possibile allora che da qualche anno a questa parte il Tour sia così più divertente da guardare del Giro? Chi disegnerà la Corsa rosa dell’anno prossimo dovrà farsi delle domande e darsi delle risposte.