Van Aert torna a stupire e la sua bici divide i ciclisti
È il fenomeno del momento ed è impossibile che non sé, ci riferiamo al campione belga Wout Van Aert. Abbiamo recentemente parlato del suo assetto in sella, destinato a far discutere i ciclisti. In questo articolo valutiamo due aspetti che stanno destando polemiche e divisioni nel mondo del ciclismo, anche amatoriale: freni disc vs freni rim classici e uso di chetoni nel ciclismo.
La bici di un ciclista in gran forma
Due vittoria in stecca, prima alle Strade Bianche e poi alla Milano Sanremo, sono il passaporto di un ciclista in grandissima forma. Per di più capace di affermarsi con due gesti atletici meravigliosi, contrassegnati da una potenza esplosiva davvero degna di nota e impressionante. Sicuramente con le sue vittorie ha segnato un prima e un dopo, tra un’era in cui si pensava che non fosse più possibile vincere con i classici freni rim. Tanto da avviare una grossa svalutazione sulle bici che le montano, incentivando la produzione dei freni a disco.
Premesso che questi possono risultare utili per i cicloamatori perché trasmettono maggiore sicurezza in discesa e sul bagnato, è però ormai evidente che non sono un benefit in termini prestazionali. Almeno questo è quello che ci sta insegnando il grande Van Aert. Dopo la vittoria alla Strade Bianche molti sostenitori dei disc hanno affermato che questa scelta fosse dovuta solo alla facilità con cui è possibile “bucare” in quella corsa e quindi alla più rapida sostituzione delle ruote.
Alla Milano Sanremo Van Aert ha dimostrato che la motivazione non era quella ma che anzi lui tende a ricercare una leggerezza estrema, che associa al suo assetto in bici e ad un telaio leggermente più piccolo a quello che la sua stazza imporrebbe. Qui non si tratta quindi di sostenere una fazione o di affermare che i freni classici sono migliori di quelli disc, ma solo che esistono due valide alternative. Di conseguenza siamo sicuri che gli intramontabili freni rim siano stati troppo frettolosamente etichettati come un oggetto del passato e che abbiano ancora molto da dire, lo conferma la bici di Van Aert.
La questione legata all’uso dei chetoni
Come indicato nell’introduzione, il mondo del ciclismo sta dibattendo molto anche in merito all’utilizzo dei chetoni esogeni. Le posizioni su questo argomento al momento sono molte e tra loro differenti:
- c’è chi vuol nascondere la testa sotto la sabbia, come se non esistessero;
- chi vorrebbe che fossero inclusi tra le sostanze dopanti;
- vi sono coloro che sostengono l’utilità di questo integratore;
- infine chi ancora deve farsi un’idea in merito.
Noi come giornale siamo ancora nell’ultima di queste categorie e provvederemo presto a testare su noi stessi questi prodotti. Al momento abbiamo avuto feedback molto positivi e entusiastici da parte di ciclisti che stanno utilizzando i chetoni esogeni. Dato che ci teniamo alla professionalità abbiamo affidato un resoconto al nostro medico di riferimento. Insomma ci siamo impegnati per far luce sull’argomento, le certezze al momento sono poche ma tra queste troviamo il fatto che per il momento questi prodotti bioidentici non presentano controindicazioni per la salute. Di conseguenza non possono essere annoverati tra gli agenti dopanti, così come non lo sono tutti i normalissimi gel e le barrette energetiche.
Sono sempre di più i ciclisti che fanno ricorso a questi integratori, sia tra i professionisti che tra i cicloamatori. Come è risaputo tra questi ci sono gli atleti della Jumbo Visma, per cui corre Van Aert. Stiamo affermando che lui vinca perché presumibilmente assume chetoni? Assolutamente no, al momento è oggettivamente il più forte e il più in forma. Anche perché sono molti coloro che prendono questo integratore, tuttavia questo al momento potrebbe essere un fattore a suo favore.
Prova pratica dei chetoni esogeni
Se volete provare questo prodotto vi preghiamo di farlo tramite il nostro link, in modo da sostenere questo portale animato solo dalla passione per il ciclismo. Non vi stiamo indicando né consigliando di assumere questo integratore ma soltanto chiedendo di passare dal nostro link nel caso decideste di acquistarli. Ci teniamo alla sincerità e alla trasparenza massima.
Non ci resta che attendere il futuro più immediato per capire quale sarà la sorte riservata a freni tradizionali e chetoni, convinti che giocheranno un ruolo di primissimo ordine. Intanto godiamoci lo spettacolo dirompente regalatoci da Van Aert.