Una Van der Breggen tutta d’oro trionfa al mondiale. Terza la nostra Longo Borghini

Vittoria della Van der Breggen al mondiale femminile

Non non si tratta di omonimia, è proprio lei, sempre e solo lei. L’asso pigliatutto del ciclismo del momento è Anna Van Der Breggen. Per l’olandese, dopo il trionfo al Giro Rosa, l’oro Mondiale a cronometro, arriva anche l’affermazione su strada. Per lei si tratta del secondo oro su strada che va a completare un Palmares da brividi (oro anche ai giochi di Rio) che si era appena impreziosito del trionfo nella cronometro.

Percorso mondiale

Il percorso di quasi 30 km di questa prova mondiale, prevede che sia ripetuto per ben 5 volte con una distanza totale di poco inferiore ai 145 km.Si parte e si arriva nello scenografico autodromo di Imola. Il percorso prevede un’infinita serie di sali/scendi tra le colline della campagna tra Bologna e Imola.  Punti critici del percorso sono le salite di Mazzolano, 2,7 km al 6,1% e soprattuto quella di via Gallisterna, 2,7 km al 6,4% con massime del 15% in particolare nel tratto centrale di circa 1,4 km. Sembra il percorso di una classica del Nord, degno teatro per la sfida mondiale

Riviviamo le fasi della gara

L’Olanda è in assoluto la squadra più forte. Tra le sue fila, oltre alla campionessa in carica Van Vleuten (stoica che partecipa con una vistosa fasciatura al polso recentemente fratturato al Giro Rosa),  ci sono la Van Der Breggen e la Vos. Tre punte di diamante per una formazione che deve temere solo che qualche fragile equilibrio interno possa incrinarsi per perdere la gara. Da tenere in considerazione per la vittoria finale anche la Spagna, la Germania e Noi con la nostra Elisa Longo Borghini.

Si parte poco dopo le 10 e l’Olanda, come da pronostico guida la corso con andatura sonnecchiante. Si procede a passo cadenzato a voler risparmiare le energie per le tornate finali

Nove donne all’attacco

Ci provano in molte a spezzare l’equilibrio tenuto insieme dalle olandesi. L’azione decisiva è quella di 9 atlete che al terzo giro trovano l’affondo decisivo per staccare il gruppo. Si tratta delle atlete: Barnes (GBR), Majerus (LUX), Brennauer (GER), Wiles (USA), Pieters (NED), Garcia (ESP), Labous (FRA), Jackson (CAN) e soprattutto la nostra Ragusa (ITA). La loro è un’azione sicuramente pericolosa che le porta ad ottenere un vantaggio superiore ai 2 minuti.

Le olandesi non ci stanno

La fuga regge per una trenitna di km, quando a circa 50 km dall’arrivo l’Olanda muove l’artiglieria pesante. Partono la Van Vleuten e la Van der Breggen e la gara è stravolta. Le olandesi impartiscono alla corsa un ritmo forsennato che le porta a divorare il vantaggio della fuga. Il gruppo si spacca e restano solamente le favorite, resiste con grande classe la nostra Longo Borghini. Assorbita la fuga inizia un duello a colpi di fioretto tra le capitane olandesi. La prima fiammata è dellla Van der Breggen che contribuisce a far selezione nel gruppo. Segue poi la van Vleuten, che sulla Gallisterna prova a fare il vuoto. Ottima la risposta del nostro capitano.

Affondo decisivo e fuga per la vittoria

L’azione decisiva, però, è quella della van der Breggen. Il suo scatto è un’espressione di pura agilità, l’olandese si libra sui pedali e contro ogni legge della fisica riesce a mantenere una cadenza forsennata che le consente di fare il vuoto alle sue spalle. Il suo affondo è decisivo e nessuna riesce a resisterle. In breve crea un margine di oltre 10 secondi che rapidamente, nei tratti in falsopiano dell’ultima parte del tracciato, si moltiplicano sino a superare il minuto. Dietro di lei resistono in 5 tra cui la Longo Borghini. Le inseguitrici, però, sembrano più preoccupate per la presenza della van Vleuten, che non disdegna di tirare le inseguitrici, che di dover ricucire il buco sulla fuggitiva. Gli ordini di squadra alla fine prevalgono, la van Vleuten si defila e le inseguitrici si lasciano recuperare dal gruppo. Per la van der Breggen si profila così una replica della cronometro di 2 giorni fa, circa 35 km da precorrere in solitaria con oltre un minuto di vantaggio da amministrare.

Il gruppo non ricuce…è trionfo Orange

Il gruppo compatto fatica a trovare un accordo. Sono ancora le italiane a prendere la guida del gruppo. Le nostre Ragusa e Cavalli tirano come matte e il forcing riesce a produrre dei risultati andando a ridurre il vantaggio della fuggitiva. Dalle altre nazionali non c’è collaborazione e in breve l’iniziativa risulta disperata. La van der Breggen approfitta delle incertezze del gruppo e incrementa ulteriormente il suo vantaggio. Il mondiale è ormai nelle sue mani. L’olandese vola sui pedali, quasi accarezzandoli lasciando che da soli sprigionino forza e potenza. Il suo arrivo all’autrodromo è una passerella meritatissima che le consentirà di aggiudicarsi anche l’oro sulla prova in linea. Una Van der Breggen tutta d’oro trionfa al mondiale.

Italia terza all’arrivo di Imola 

Van der Breggen vince il  mondiale e alle sue spalle il gruppo si spacca nuovamente sulle 2 salite del percorso. Sulla Gallisterna Van Vleuten e Longo Borghini fanno il vuoto e si involano a giocarsi la piazza d’onore. L’azzurra tira tutto il tempo, provando anche a ridurre il gap con la fuggitiva, ma il suo tentativo sarà vano. Sul rettilineo di Imola la Longo Borghini parte a circa 200 m dall’arrivo, ma la van Vleuten la brucia sul traguardo (nonostante il tentativo di spallata al limite del regolamento) è alla fine sarà solo bronzo per la nostra capitana.

 

Vincenzo Davide Catania

Vincenzo Davide Catania ha 35 anni e vive tra i ridenti colli di Bologna dove lavora come Chirurgo Pediatra presso l’Ospedale Sant’Orsola. Sposato con una donna meravigliosa che gli ha regalato 2 piccoli angeli, Giulia ed Emanuela. La passione per il ciclismo riemerge nei ricordi adolescenziali delle epiche imprese del Pirata, delle roboanti vittorie di Cipollini e Petacchi e delle imprese, nelle fredde terre del Nord, di Bartoli. Passista per natura e vocazione, nel poco tempo libero, spesso rubato al sonno alle prime luci dell’alba, coltiva la propria passione per la bici in una sfida costante con se stesso nella scoperta di nuovi e stimolanti percorsi che lo riportino ad un contatto puro con la natura delle montagne e del bosco.

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